Se le medaglie di legno servono a crescere ed a diventare più forti, la nostra Erika Fasana siamo certi diverrà una campionessa osannata. Due quarti posti quelli ottenuti dalla nostra ginnasta a Montpellier che odorano prepotentemente di podio, due quarti posti quasi colorati di bronzo, due quarti posti che, a secondo del momento in cui li valuti, ti fanno diventare matto dalla delusione, oppure li consideri quel passaggio obbligato per la gloria futura.
E così a bocce ferme, quando il rammarico si attenua, ti rimane la soddisfazione per essere arrivata per ben due volte vicinissima al podio, sfiorato nella prima occasione, quella della finale del concorso individuale, per 149 millesimi ed ancora meno (146) la seconda volta, quando in palio c’erano le medaglie della finale del corpo libero. Un’inezia pensi. Ed hai ragione, ma lo sport è questo: si vince o perde per un centimetro, per un secondo, per un canestro, per un gol, oppure come nel nostro sport per qualche millesimo di punto. La differenza sostanziale è che Erika non ha perso, ha conquistato due quarti posti che valgono e anche parecchio. Per noi sei stata grandissima Erika. Hai dimostrato, anzi ribadito, di poter stare lì, assieme alle grandi della ginnastica internazionale e la tua voglia, dichiarata al mondo intero, di voler tornare a casa e migliorarti ancora , sta a significare che quello che hai conquistato in terra di Francia è solo il visto verso un futuro ancora più radioso.
E Martina Rizzelli? Straordinaria! Ha cancellato a suon di ottimi esercizi quel passaggio a vuoto che giusto un anno prima aveva accusato a Sofia. Montpellier anche per lei ha rappresentato la prova della sua completa maturazione. Ora l’Italia ha una parallelista di qualità, una ginnasta che nelle due finali, come in qualificazione, ha saputo piazzare tre esercizi con un valore di partenza di 6,00 punti. 6 punti, mica pizza e fichi. Nona nell’All Around, addirittura quinta nella finale delle sue amate parallele, Martina ha ricevuto applausi e consensi che le hanno fatto definitivamente dimenticare cadute e botte che avevano contraddistinto l’europeo precedente.
E veniamo a Vanessa. Alla nostra ginnasta di punta va attribuito il massimo dei voti. Non ha vinto niente, non ha disputato nessuna finale, anche se una l’aveva comodamente conquistata, ma nelle sue condizioni di forma era davvero chiederle troppo. Ci ha provato, non è andata come lei e anche noi avevamo sperato, ma non fa niente: ci saranno altre occasioni. Vanessa è già tornata in palestra, più grintosa di sempre, più vogliosa che mai di guarire dai postumi di quell’infida mononucleosi che le ha minato tutto il percorso che l’ha portata sino a questo europeo. Brava Vanessa noi siamo orgogliosi di te e non sarà certo una rassegna non andata come si sperava a farci cambiare minimamente idea. Rimani sempre l'indiscussa Regina della ginnastica azzurra: mai nessuno come te!