Ad un passo dalla leggenda. A quattro decimi di punto da quella medaglia che per l’Italia della ginnastica artistica femminile manca alle olimpiadi da quasi cento anni. Ma anche se quarte ed appena fuori dal podio, la straordinaria prova offerta dal quartetto azzurro, rimane una delle pagine più belle di questa prima parte dei giochi olimpici. Martina Maggio, Asia ed Alice D’Amato, capitanate da Vanessa Ferrari sono state praticamente perfette in una gara di altissimo livello, che ha visto l’Italia lottare gomito a gomito con Cina, Francia, Giappone e Gran Bretagna per il bronzo, mentre Stati Uniti e Russia duellavano per l’oro olimpico, con Belgio subito tagliato fuori dai giochi. Salite in pedana contrassegnate dal numero sette, ovvero il piazzamento ottenuto nella prova di qualificazione, l’Italgym, interamente formata da ginnaste della Brixia, ha sfiorato un risultato leggendario. Un quarto posto di immenso valore, di importanza capitale per un movimento che alla medaglia di bronzo iridata di Stoccarda, aggiunge un altro risultato straordinario che irrobustisce la posizione di rilievo che già vantava nel gotha mondiale della specialità la compagine diretta da Enrico Casella.
E’, e rimarrà comunque un’impresa e non andrà mai archiviata come una semplice medaglia di legno. Non c’è materiale al mondo che possa identificare quello che tre fate ed una leonessa, quattro ginnaste tutte di stanza a Brescia e tesserate per la Brixia, hanno saputo compiere ieri sera sulle pedane dell’Ariake Gymnastics Centre di Tokyo. Un risultato che va ben oltre ogni più rosea aspettativa, anche se il format della gara è sempre stato apprezzato dalle ginnaste italiane e le stesse azzurre stavano attraversando un ottimo momento di forma testimoniato dalla grande prova offerta nella competizione inaugurale dedicata alle qualifiche.
L’Italia è partita al corpo libero. Asia ed Alice D’Amato hanno stampato due esercizi perfetti, ma Vanessa Ferrari lo è stata ancora di più. Sulle note di “con te partirò” la ginnasta bresciana ha ancora una volta esibito un esercizio da brividi, strappando alle giurie quasi lo stesso risultato ottenuto l’altro giorno (14,100 contro 14,166), di gran lunga ancora il miglior punteggio di giornata e valutazione che rafforza le ambizioni di medaglia per la finale di specialità. A tal proposito c’è da segnalare il ritiro dalla gara a squadre di Simone Biles, che dopo un volteggio di scarsa efficacia, ha preferito farsi da parte e fare entrare in squadra la riserva.
E mentre Stati Uniti e Russia si contendevano l’oro, una straordinaria Italia ha continuato a tenere testa alle altre contendenti per la conquista della medaglia di bronzo, che le ginnaste “brixiane” hanno ceduto solamente all’ultimo esercizio dell’ultimo attrezzo. A superare di un niente sono state le atlete britanniche, che di scena alle parallele asimmetriche, hanno sfruttato il passaggio alla trave della compagine italiana.
Alla resa dei conti la Russia ha strappato lo scettro agli Stati Uniti, con la Gran Bretagna che si è messa al collo la medaglia di bronzo, prevalendo per soli quattro decimi di punto su Ferrari e compagne. Un’incredula Italia, felicissima per il risultato ottenuto, si è messa alle spalle squadre del calibro del Giappone, della Francia ed ancora una volta della Cina, squadra orientale già battuta anche a Stoccarda agli ultimi mondiali. Si fa festa a Casa Italia. Non è una medaglia, ma è come se lo fosse. Domani toccherà a Martina Maggio ed Alice D’Amato gareggiare nell’All Around, mentre Vanessa Ferrari dovrà attendere sino a lunedì prossimo prima di scendere in pedana per la gara che assegnerà le medaglie della finale del corpo libero.
Sorriso stampato sul viso, ma in fondo in fondo quel briciolo di amarezza per una medaglia olimpica svanita per qualche decimo, alla fine fa capolino. Enrico Casella, il capo supremo della spedizione azzurra a Tokyo, è palesemente soddisfatto delle sue ragazze.
“Applausi, applausi ed ancora applausi alle nostre ginnaste perché hanno condotto una gara magistrale, perfetta – attacca il direttore tecnico azzurro -. Una prestazione al limite delle loro possibilità e farlo in una finale olimpica, con una tensione ai massimi livelli, è testimonianza di grande maturità. Una prestazione stupenda, eseguendo 12 esercizi senza la minima sbavatura. Un quarto posto che a noi va benissimo e che alla vigilia avremmo chiaramente firmato. Chiaro che vedere la Gran Bretagna a soli quattro decimi di punto salire sul podio, quel briciolo di rammarico di assale, ma è questione di un attimo. Era dalle olimpiadi di Los Angeles del 1928 che l’Italia non saliva così in alto nella classifica a squadre e quindi va benissimo così”.
Risultato straordinario che porta la firma di quattro ginnaste di grandissimo livello a cui vanno aggiunte anche Giorgia Villa, Desireè Carofiglio ed Elisa Iorio, atlete che facevano parte del progetto Road to Tokyo e che per vari motivi sono rimaste a casa. Ma dell’esercizio in trave di Alice D’Amato, l’ultimo della gara, ne vogliamo parlare?
“Le ho detto poco prima di salire sull’attrezzo: se vogliamo finire in bellezza questa nostra gara devi fare il triplo avvitamento. Mi ha guardato con la sua solita aria un po’ stralunata è salita ed ha piazzato il triplo. Con quei decimi in più abbiamo sfiorato il bronzo e consolidato un quarto posto magnifico. Ginnaste speciali che è un privilegio allenare”.
Vanessa Ferrari è contenta. Felice per il quarto posto ed anche per l’ennesima dimostrazione di forza dimostrata al corpo libero.
“Siamo state tutte bravissime – dice la campionessa della Brixia -. La gara meglio di così non poteva andare. Non abbiamo fatto neppure un errore e credo che siamo stati l’unica nazione a fare en plein. All’inizio della gara avevo detto alle mie compagne: possiamo tranquillamente puntare al quarto posto e invece abbiamo lottato per il terzo, quindi, ci abbiam creduto e sperato. Aver avuto la trave anche come ultimo attrezzo, non essendo quello di punta ed essere riusciti a portare a casa tre esercizi su tre, vuol dire tanto. Siamo state tutte bravissime nonostante la stanchezza dovuta alla gara dell’altro giorno in qualifica. Abbiamo tirato fuori quello che dovevamo. Io ho provato a fare qualcosina in più al corpo libero. Volevo testare ulteriormente ma poi ho preferito concentrarmi di più sugli arrivi”.
Un altro quarto posto per Vanessa Ferrari: una specie di abbonamento.
“Per questo giro un quarto posto l’ho già fatto quindi posso solo che salire nella finale al corpo libero – dice tra il serio e il faceto Vanessa -. A parte gli scherzi, questo quarto posto lo sto prendendo come una vittoria, quelli di Londra e Rio avevano un sapore più amaro”.
Simone Biles, grande indiscussa regina dei Giochi, sembra attraversare un brutto momento.
“Non so cosa abbia la Biles aggiunge la ginnasta bresciana -. Non è mai una bella notizia se un’atleta si infortuna o comunque ha qualche problema. Io gareggio per me stessa. In pedana lotto contro di me, non contro gli altri. Voglio far bene per me indipendentemente da chi gareggerà contro di me”.